Il modello educativo di riferimento
Il modello educativo che caratterizza questo servizio, definito PSICOCORPOREO-PSICOEMOZIONALE, è estremamente innovativo in quanto fa proprie le scoperte più recenti sullo sviluppo psicologico infantile e sulla nascita dell’intersoggettività, scoperte avvallate dalle neuroscienze affettive.
“E’ ormai condiviso che la prima dialettica con il mondo sociale sia mediata da transazioni affettive fondate su dinamiche non verbali.
LO SVILUPPO DELL’ESSERE UMANO NON PUO’ ESSERE COMPRESO AL DI FUORI DI QUESTE RELAZIONI E DELLA LORO FORTE CONNOTAZIONE EMOTIVA.
Questi primi eventi sociali, inoltre, AVRANNO EFFETTI PERSISTENTI PERCHE’ SONO REGISTRATI NELLE STRUTTURE BIOLOGICHE in via di sviluppo durante l’impressionante maturazione del sistema nervoso centrale che avviene durante i primi due anni di vita”
A. Schore
Questi ambiti di ricerca dimostrano che la relazione affettiva, che si viene ad instaurare tra un adulto ed un bambino che riceve le sue cure, è di fondamentale importanza per lo sviluppo ed il benessere psicofisico del piccolo. L’accudimento, grazie allo scambio di esperienze corporee ed affettive, aiuta il bambino a regolare ed equilibrare i suoi stati emotivi, garantendogli serenità. Grazie a questa fiducia e sicurezza interiore il bambino costruirà le strutture mentali di base che gli permetteranno, via via, di apprendere i vari aspetti dell’esperienza, prima quelli affettivo-relazionali e, solo successivamente, anche più complessi contenuti cognitivi.
L’intelligenza emotiva è la base di qualsiasi forma di successivo apprendimento. “L’affettività è una forma di intelligenza, è la base di tutta la successiva intelligenza. Così si esprime Antonio Imbasciati neuropsichiatra e psicoterapeuta di fama.
Facendo proprie queste teorie, l’intervento educativo del nido in famiglia è strutturato in modo che le relazioni tra l’adulto ed il bambino non siano relazioni didattico-pedagogiche ma relazioni affettive.
Pertanto, il collaboratore educativo che si occupa dei bambini è una persona che è in grado di cogliere non solo i loro bisogni fisici ma soprattutto i loro bisogni emotivi. In questo senso l’adulto è il supporto mentale del bambino la cui mente è ancora allo stato embrionale.
All’interno del Nido in famiglia gli obbiettivi non sono quelli del fare o del far imparare, ma piuttosto di creare un ambiente esperienziale e relazionale simile a quello di casa; in un tale contesto il bambino può sentirsi sicuro, protetto, compreso e svilupparsi in armonia con la sua naturale indole.
Il collaboratore educativo, al pari dei genitori, svolge una “funzione maternante” intendendo con questo espressione la capacità di essere presente, come base sicura, quando il bambino lo richiede. Questo è ciò di cui ha bisogno l’essere umano nelle primissime fasi del suo sviluppo.
Dott.ssa Monica Truccolo